“Grocerant”: il punto vendita si fonde con il ristorante

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Il termine “Grocerant” deriva dall’unione delle parole “grocery store” e “restaurant”.
Indica quei puntii vendita che offrono piatti pronti cucinati di fresco (o su ordinazione) ed un’area attrezzata dove consumarli, con o senza servizio al tavolo. Possiamo dire che è lo sviluppo del bancone gastronomia verso una formula che tende alla ristorazione veloce.

Per il consumatore, la formula risponde alla mancanza di tempo per la cucina, alla ricerca della freschezza come presupposto della qualità e all’attenzione al budget familiare.
Per il venditore, consente di incrementare il fatturato ed in un segmento a margini superiori rispetto alla vendita a scaffale.

Il grocerant si sta svilupando da qualche anno in USA, Canada e Giappone. In Italia siamo un passo indietro, ma a cominciare dalle grandi città la formula si sta diffondendo: non solo presso gli ipermercati, ma anche presso punti vendita più piccoli come NaturaSì. E la stessa Eataly è un esempio di grocerant.

L’ibridazione fra punto vendita e ristorazione riguarda anche il non-food. Ai traizionali punti ristoro  di Ikea, si vanno aggiungendo le nuove librerie Feltrinelli che includono un’area bar/ristorante.

 

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